sabato 16 marzo 2013

Le mie donne, riflessioni intorno ai miei romanzi


Non amo rispondere alle critiche, non mi compete, i romanzi una volta scritti non appartengono più all'autore ma ai lettori. Però vorrei parlarvi delle mie protagoniste.
Le mie donne non sono crocerossine, non si fanno massacrare dai loro uomini perchè vogliono salvarli, loro salvano se stesse stando molto distanti da chi non le convince o le tormenta.

Le mie donne non sono slave, stato emotivo e fisico degno di rispetto e molto intrigante, ma che nulla ha a che vedere con le mie donne.

Le mie donne hanno la testa dura e si fanno male.

Le mie donne possono decidere di andare con chi piace a loro senza giustificazione perché anche l'attrazione fisica è un buon motivo, non serve loro l'amore a tutti i costi, se arriva meglio, nel mentre perché non divertirsi?

Le mie donne quando si innamorano fanno cose folli e non se ne vergognano.

Le mie donne amano uomini non sempre irreprensibili e ne pagano le conseguenze.

Le mie donne possono anche rimanere sole perché il lieto fine, per quelle come loro, non sempre è automatico, per non dire quasi mai.

Le mie donne non hanno paura di vivere.

Le mie donne non cercano un principe azzurro che le salvi, si salvano da sole.

Le mie donne non piacciono a tutti e nemmeno i miei uomini.

Le mie donne camminano a testa alta, perché così dovrebbero camminare tutte le donne del mondo.

Se non vi piacciono le mie donne non leggete i miei libri.

Semplice.

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